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costi fissi e variabili

In nessuna azienda è possibile mettere a punto processi e strategie senza tener conto di costi fissi e costi variabili. Si tratta dei due fattori di maggior rilievo per ogni imprenditore o manager che intenda sviluppare la propria attività e conseguire profitti. Analizziamo differenze ed esempi.

Differenza tra costi fissi e costi variabili: definizioni

I costi fissi sono i costi che non variano al variare della quantità di beni e servizi prodotti: sono i fattori della produzione il cui valore totale rimane costante anche se aumenta o diminuisce il volume di attività, se variano le quantità prodotte e vendute. I costi fissi dunque devono essere sostenuti anche se la produzione è nulla. I costi variabili al contrario sono i costi che variano al variare dell’output : sono i fattori della produzione il cui valore complessivo aumenta o diminuisce se varia la quantità di beni e servizi prodotti o venduti.

Esempi di costi fissi e costi variabili

Un classico esempio di costo fisso è il costo che un’impresa deve sostenere per l’affitto di un terreno o di un immobile, un capannone, un ufficio od uno stabilimento. Il prezzo della locazione non varia anche se aumenta o diminuisce a dismisura il valore della produzione. Altri esempi di costi fissi sono la parcella di un professionista che collabora con un compenso fisso, il prezzo di un abbonamento ad un software, l’ammortamento ed i leasing sui macchinari.

Per quel che riguarda i costi variabili l’esempio più calzante è certamente quello delle materie prime, la cui quantità utilizzata è pressoché direttamente proporzionale al valore della produzione. Se un’impresa da un periodo all’altro raddoppia le unità prodotte di un determinato bene, raddoppierà anche il valore dei materiali utilizzati. Se il numero di beni e servizi prodotti è pari a 0 saranno nulli anche i costi variabili. Quando l’imprenditore decide di aumentare la produzione, nel breve periodo aumenta in proporzione anche l’impiego di materie prime, quindi i costi variabili, ma restano immutati i costi per la tecnologia e gli impianti, che rappresentano costi fissi.

In un sistema di riferimento cartesiano i costi variabili possono essere rappresentati da una semiretta che parte dall’origine degli assi: questo significa che il valore è nullo se è pari a 0 la produzione, poi cresce al crescere dei volumi di produzione.

Costi variabili lineari, degressivi e progressivi: definizioni ed esempi

Va precisato che i costi variabili non sempre crescono in maniera perfettamente proporzionale rispetto al valore della produzione: possono essere lineari, degressivi o progressivi.

I costi variabili vengono definiti lineari quando i costi variabili unitari sono costanti, quando il valore totale dei costi variabili aumenta in maniera proporzionale rispetto al valore complessivo dei prodotti. I costi variabili sono degressivi quando all’aumentare della produzione tendono a diminuire (la curva tende ad appiattirsi) e progressivi nel caso in cui all’aumentare dei prodotti realizzati tendono ad aumentare in maniera più che proporzionale (la curva tende ad inclinarsi sempre più).

Un esempio di costi variabili degressivi è dato dalla situazione in cui l’azienda, con l’aumentare dei volumi di produzione, riesce ad ottenere prezzi più bassi di fattori della produzione. Un esempio di costi variabili progressivi può essere rappresentato dagli straordinari dei dipendenti: quando aumenta la produzione c’è spesso bisogno di un impegno dei dipendenti oltre l’orario ordinario, e un’ora di straordinario costa più di un’ora di lavoro relativa al compenso fisso.

I sistemi di controllo di gestione evoluti sviluppati per il monitoraggio delle performance d’impresa come la Suite E3 di Dialog tengono conto di tutte le tipologie di costi ed offrono un supporto avanzato e aggiornato. La contabilità analitica permette di disporre di dati su costi e ricavi imputati per centri di costo e di profitto, contribuendo ad elaborare in maniera più semplice ed efficace specifici conti economici per le diverse aree di attività. Inoltre il software per il reporting è dotato di funzionalità specifiche per configurare report aziendali costumizzabili.

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